Nelle splendide sale dell’Hotel Palace di Milano Marittima di Cervia (Ravenna) si è svolta una elegantissima serata celebrativa del genio artistico dell’eclettico artista russo scomparso Fedor Kuz’mich Suskov (architetto, scultore e pittore) alla presenza del Console Onorario della Federazione Russa di Ancona Armando Ginesi, della nipote dell’artista Anna Nazarova, dell’Assessore alla Cultura del Comune Roberta Penso, del rappresentante dell’istituto bancario Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Gentili, di imprenditori, di amanti dell’arte fra cui Raffaella Ricciardi, Francesca Bocchini, Enrico Ravegnani e Virgilio Patarini.
Molte le presenze russe, alcune delle quali espressamente venute dalla Federazione e, in particolare, da Voronez, città originaria dell’autore, nato nel 1923 e scomparso nel 2006.
L’artista, come già detto, fu architetto, scultore ma anche pittore e decoratore ed è uno dei talenti artistici più interessanti, anche se non noto adeguatamente al di fuori della sua patria, vissuti e cresciuti professionalmente nell’ex Unione Sovietica di cui interpretò, pur fra mille contraddizioni, i fasti e la retorica. In Russia egli ha realizzato oltre cinquanta monumenti collocati nelle città di Voronez, di Rossoz sul Don, nella Russia centrale e in Ucraina. La sua intensa attività nel campo della committenza pubblica ebbe una caratteristica del tutto particolare ed estremamente rara e cioè il fatto che egli non abbia mai posseduto la tessera del Partito Comunista. Ciò naturalmente gli fece pagare anche dei prezzi tra cui il divieto di recarsi a lavorare in Giappone.
Spirito molto religioso ha realizzato opere pittoriche richiamandosi alle antiche icone della tradizione russa. La sua pittura – come dimostrato nell’esposizione di Cervia – esprime un sentimento profondo di sacralità anche quando non affronta esplicitamente soggetti religiosi.
Le opere esposte all’Hotel Palace di Milano Marittima dimostrano ampiamente i legami stilistici con la propria contemporaneità oscillando tra influenze simboliste, pointelliste e, con uno splendido autoritratto, post-cubiste di chiara matrice cézanniana.